Mixato o in purezza, purché sia Gin. Migliori assaggi al Milano Gin & White Spirit Festival

scarseggia l’offerta degli altri distillati bianchi: lo spirit del momento sale in cattedra all’hotel marriot

MILANO – Molto “Gin” e poco “White“. Si potrebbe sintetizzare così l’edizione 2019 del Gin & White Spirit Festival. Tanti infatti i Gin presenti alla manifestazione andata in scena all’Hotel Marriot. Scarseggia, invece, l’offerta degli altri distillati bianchi. Sintomo di un trend che vede nel Gin lo “Spirit” del momento. Sia esso degustato in purezza o come ingrediente, nell’arte della mixology.

GLI ASSAGGI DI WINEMAG
Coglie subito l’attenzione Minke Gin di Conakilty Distillery. Siamo sulla costa atlantica dell’Irlanda per questo Gin che prende proprio dal mare, più precisamente dal Finocchietto Marino che cresce sugli scogli, una delle sue botaniche fondamentali. Morbido al palato, quasi cremoso, e dai profumi delicati è protagonista anche di una preparazione scenografica e di facile beva.

Sorta di Gin Tonic in cui Milke è da prima utilizzato in un infuso di malva dal colore blu intenso che, una volta aggiunta la tonica, schiarisce fino a diventar rosa e poi bianco. Sempre dall’Irlanda, ma stavolta da Belfast, fa capolino Echlinville Gin. Realizzato con sole botaniche “in Estate”, cioè coltivate direttamente dalla distilleria, risulta fresco e piacevolmente citrino.

Originali i profumi di Helsinki Dry Gin. Realizzato con otto differenti botaniche e mirtillo rosso artico risulta ricco di frutti rossi al naso e piacevolmente fruttato anche nel retro olfattivo. Fischer è dotato di una gradevole vena agrumata, quasi “mediterranea”, mentre Hermit, dall’Olanda, colpisce per la sua grande sapidità.

Imea con Gineprina d’Olanda ripropone la ricetta originale del Gin italiano degli anni ’30, quando per autarchia anche il nome veniva italianizzato. Elegante e speziato in cui prevale un curioso sentore di noce moscata.

Viaggio nel tempo anche con Old English Gin di Hammer & Son: imbottigliato in bottiglia champagnotta e tappo in sughero come da ricetta del 1783. Ricetta che, in epoca di leggi contro il consumo di Gin, prevedeva lo zuccheraggio per ammorbidire la nota aspra dei distillati clandestini di bassa qualità.

Windspiel propone una coppia di prodotti interessanti, entrambi da alcool di patate. Un Premium Dry Gin in cui le botaniche ben sposano la morbida dolcezza delle patate ed una Barrel Aged Vodka. Vodka ottenuta da una sola varietà di patate ed invecchiata in legno risulta leggermente ambrata, morbida e vanigliata. La Vodka che non ti aspetti.

Sul fronte del Mezcal si riconferma di buon livello Amores (da noi già incontrato in passato) mentre coinvolge con la sua marcata nota di brace ed il suo palato che sa di terra Mezcal Burrito Fiestero.

Piacevole la sapidità del Rum Agricole a fermentazione spontanea dall’isola di Madeira che chiude con una freschissima nota mentolata.

Menzione d’onore per Vecchio Magazzino Doganale. Piccola realtà artigianale calabrese, “Produttore di Liquori Rurali”, qui rappresentata dal giovane Brand Manager Domenico Dragone col suo inconfondibile look dai baffi lunghi e cravatta con nodo a doppio giro. Delicatamente agrumati ed elegante rappresentanza del territorio Diamante Acqua di Cedro e Bergamotto Fantastico, ma sono i due Gin a stupire.

Gil The Authentic Rural Gin è ottenuto da ginepro di bassa quota, botaniche locali e filtrazione grossolana. Apre su sentori di macchia mediterranea ed erbe aromatiche per poi regalare una freschissima nota agrumata. Gil Italian Peated è, strano a dirsi, un Gin torbato.

Torba calabrese con cui si affumicano le bacche di ginepro prima dell’infusione. Decisamente meno agrumato del precedente ne mantiene le note erbacee avvolte da un sentore di fumo aromatico, quasi di caminetto, che lo rende unico nel suo genere.

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